03 maggio 2012

Cosa basta?

La calamita e l'ambra, tra le sostanza note, sembravano le sole a rivelare a metà quei segreti che nessuno aveva ancora esplorati e che un giorno forse avrebbero chiarito tutto. Il gran merito della magia, e dell'alchimia sua figlia, era di postulare l'unità della materia a tal segno che certi filosofi dell'alambicco avevano creduto di poterla assimilare alla luce e al fulmine. Ci si avviava così in una direzione che conduceva lontano, ma di cui tutti gli adepti degni di questo nome riconoscevano i pericoli. Le scienze meccaniche di cui Zenone si era molto interessato, si apparentavano a quelle ricerche in quanto miravano a trasformare la conoscenza delle cose in potere sulle cose, e indirettamente sull'uomo. In un certo senso tutto era magia: magia la scienza delle erbe e dei metalli che permette al medico di influenzare la malattia e il malato; magia la malattia stessa che si impossessa del corpo e da cui questo talvolta non vuole guarire; magico il potere dei suoni acuti o gravi che perturbano l'anima o al contrario la placano; magia soprattutto la virulenta potenza delle parole quasi sempre più forti delle cose, la quale spiega le asserzioni del Sepher Yetsira, per non dire del Vangelo Secondo Giovanni. Il prestigio che circonfonde i prìncipi e che emana dalle cerimonie di chiesa è magia, è magia i neri patiboli e i lugubri tamburi delle esecuzioni che affascinano e atterriscono i curiosi ancor più delle vittime. Magici infine l'amore, e l'odio, che imprimono nei nostri cervelli l'immagine di un essere dal quale acconsentiamo a lasciarci ossessionare. 

[Marguerite Yourcenar, L'Opera al Nero] 

E si dice che leggere non basta. Cosa basta?

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