Quanto può durare un semaforo rosso. Due, tre, quattro minuti.
Iago è intento a non perdersi nemmeno uno sparo, avanti e indietro dondola ai blocchi di partenza.
Quanto può durare un semaforo rosso, quando piove a dirotto e si è a cavallo di una bicicletta. Nessun impermeabile o ombrello di sorta. Niente di niente, solo il frastuono della pioggia grassa sul pavimento lercio. Sul parabrezza, sul parafanghi. Sulla coltre d'erba che buca il cemento scuro. Sulle lenti degli occhiali piove più forte e acuto che sulle mani strette al manubrio di gomma dove le gocce molli s'accasciano larghe. Le auto perpendicolari passano. Iago sta fermo, non ha molto tempo, ma sarà costretto a passare a casa prima di ricominciare a lavorare. Inzuppato come segatura sulle piastrelle d'entrata.
Quanto può durare un semaforo rosso affinché Iago si senta effettivamente inerme, sotto scacco dell'acqua di aprile. Pochi minuti. Il tempo della doccia negli spogliatoi. Veloce e mirata. Per mondare l'anima tutta con la pioggia ortogonale, fino al midollo e indietro. Ad ogni domanda la sua risposta. Prima che col verde si ricominci a porre domande. E non potervi rispondere, per mancanza di tempo a pensare come.
Quanto può durare un semaforo rosso affinché a tutte le domande siano date risposte. Mai abbastanza perché non frulli nel cervello una nuova questione malposta, malrisposta e, ahimé, malcelata.
Si chiede spesso, Iago, cose a cui raramente risponde.
Quanto può durare un semaforo rosso, in bicicletta, quando piove?
Quanto può durare un semaforo rosso, in bicicletta, quando piove?
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