10 maggio 2010

Venezia come Stoccolma


A Stoccolma non ci sono gatti.

Solo ponti che pinzano isole ed isole ad isole ed isole.
E parchi nazionali urbani con la percentuale di allocchi più alta del mondo.
E un luna park lilla che polarizza la pioggia storta sul cielo grigio.
E il vento arrabbiato con i tuoi quattro minuti e trenta di traghetto.
Venezia style ma senza la poesia della serenissima libera e audace.
Il burro sciolto col prezzemolo. Da spalmare sul pane su cui spalmare i crauti su cui mettere una vinaigrette scialba e irreparabile.
Le lepri per strada.
Le gazze sui prati.
Le coperte sui tavolini dei dehors dei bar. Pronte all'uso.
Anche a maggio.
I punx con le chiome bianche e le ragazze con i leggings di pelle, iuta o cioccolato. Mumbletrousers cito pari pari uno svedese altrettanto onomatopeico.Pantaloni che mormorano, li chiamano.
Vedi le labbra ma non senti cosa dicono.
English humor travolgente. Quasi come il prezzo dei mezzi pubblici. O i biglietti della metro via sms.
Il sole rade orizzontale e decapita gli sguardi dei ciclisti. Poi d'inverno si nasconde e il mare diventa ghiaccio. Il parcheggio di piazzale Roma.

A Stoccolma non ci sono gatti.
Se li sono mangiati tutti.

Nessun commento: