seduta su uno ziggurat di wall-e
a fissare il disordine dell'eco-disastro
prigioniera dell'emo-disordine
emozionalmente esausta
a rischio assuefazione da sensazioni mediate
mediante razionali consigli vittoriani sul
cosa è meglio fare
come devo sentire
(non c'è nessun verbo principale, non inganno l'attesa con l'ablativo assoluto, inganno e basta)
due disordini non voluti
si scontrano fuori e dentro
alla ricerca di un lavoro creativo
di quello spunto che appicca il fuoco
come quando ci si incontra per quasi sbaglio
e scende il sipario e il mio io seduto, s'ammutina e non suggerisce
perché disintegrato ed incapace di rassettarsi
come ricostruire
tutta la mia entropia zen
io
non
lo
so
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